Arte e Cultura
Itinerario storico delle rocche
Il Duca Federico da Montefeltro affidò a Francesco di Giorgio Martini un imponete compito, un progetto dalle straordinarie proporzioni nelle terre crocevia tra Toscana, Marche, Umbria e Romagna, un progetto fortificatorio dove Urbino era la capofila. Nell’antico Ducato l’ingegnere si trovò a risolvere i problemi posti da una guerra che restava in parte tradizionalmente (balestre e scalate) e in parte era rivoluzionata dal diffondersi delle armi da fuoco. Lo fece in modo che restò ineguagliato sino alla prima guerra mondiale: superfici curvilinee e sfuggenti, punteggiante da torrioni autosufficienti, capaci di resistere anche contro il resto delle proprie fortificazioni, qualora esse fossero cadute in mani nemiche.

Itinerario storico delle rocche
L’itinerario permette di seguire l’evolversi dell’opera di Francesco di Giorgio Martini nell’antico ducato dei Montefeltro dalla imprendibilità verticale dei castelli di San Leo (dove venne rinchiuso Cagliostro) a Sant’Agata Feltria (immensa corazzata che dal Medioevo Balza al Rinascimento), passando per Sassocorvaro dove la sperimentazione tutta curve si ispira a suggestioni antropomorfe. Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro che unisce alla robustezza della costruzione militare (il cui emblema è la pianta “a tartaruga”) gli elementi tipici della dimora nobiliare, come il cortile di rappresentanza con loggia pensile. La rocca è percorsa da una rete di anguste gallerie destinate a mettere in relazione i vari posti di vedetta, secondo uno schema di comunicazione assai efficace in caso di attacco nemico.
A Sassocorvaro Martini perfezionò il prototipo della rocca circolare, con superfici più adatte a schivare le palle delle temibili bombarde. A Urbino si trova l’opera più celebre di Francesco di Giorgio: il Palazzo Ducale. Squisito esempio questa volta di architettura civile, il Palazzo venne modificato per volere di Federico da Montefeltro durante gli anni del suo dominio. Subentrato a Luciano Laurana nei lavori di costruzione del Palazzo Ducale l’architetto di Giorgio Martini fece vari interventi: inserì lungo uno dei muri esterni del palazzo una serie di formelle a bassorilievo raffiguranti macchine belliche, idrauliche, navali; decorò gli ampi finestroni, ingrandì il giardino pensile e realizzò tutti i vani di servizio, rendendo il palazzo bello e funzionale. Nell’ampia gamma delle sue realizzazioni sono state attribuite a Francesco di Giorgio le tarsie lignee dello Studiolo di Federico da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino. Questo illusionistico gioco di intarsi ha fatto scorrere fiumi d’inchiostro nella ricerca dell’autore di una così rara invenzione: si sono ipotizzati i nomi di Bramante, Botticelli e Baccio Pontelli ritenuto, quest’ultimo, l’autore più plausibile insieme a Francesco di Giorgio Martini. A Cagli esempio di architettura difensiva bilaterale, con il torrione ellissoidale e la rocca. Per volere di Federico II di Urbino e distrutta nel 1502 dal figlio di questi, Guidobaldo affinché Cesare Borgia, il Duca Valentino, non se ne impadronisse. Originariamente di forma romboidale con torri circolari lungo il perimetro e un alto mastio, oggi la Rocca sopravvive nell’imponente torrione di testa, percorso da un giro di caditoie e dalla pianta vagamente ellittica. In origine la fortezza, ubicata sul colle dei Cappuccini, costituiva un complesso sistema difensivo formato dal torrione a pianta ellittica, nel centro della città e da un lungo cunicolo sotterraneo, il ‘soccorso coverto’ recentemente restaurato, che collegava i due edifici.
Infine Mondavio che corona 25 anni di opere e studi, dove l’imprendibilità non é più dovuta alla fuga verticale. Sorta su una precedente costruzione per volere di Giovanni della Rovere. Martini, lasciandola incompiuta, vi lavorò dal 1488 al 1501 anno della sua morte. Notevole è il mastio su base poligonale, con il tipico giro di caditoie e merli. Insieme al mastio, torri e torrioni avevano la funzione di offrire prospettive sfuggenti ai micidiali colpi di bombarda, invece di contrastarli con grosse muraglie come si era fatto fino ad allora. Questo ingegnoso apparato rimase tuttavia inutilizzato dato che dalla rocca non partì e non arrivò mai alcun colpo di bombarda.
Auto
- Da Nord: Autostrada Bologna – Taranto, uscita casello Pesaro-Urbino procedendo verso la S.P. 423 per una distanza di circa 40 minuti di viaggio per raggiungere la città.
- Da Sud-Est (Ancona): autostrada A14 direzione Bologna-Taranto uscita a Fano procedendo poi per la Superstrada E78 e procedere per la E78 fino alla SS3 direzione Roma Urbino; proseguire per la E78-Ss73 bis per Urbino (12 Km).
- Da Sud-Ovest (Roma): Autostrada A1-E35-E45 fino ad Orte; proseguire per E45-Ss3 bis fino a Umbertide. Continuare per Ss3 direzione Roma-Urbino; proseguire la E78-Ss73 bis per Urbino (12 Km).
- Da Ovest (Firenze – Arezzo): prendere E-45 dopo l’uscita san Giustino prendere Ss73 bis (Passo di Bocca Trabaria) verso Urbania, proseguire per la Ss 73 bis 16 Km verso direzione Urbino.
Treno
Non esistono collegamenti diretti ferroviari per la città di Urbino. Ci sono treni da Bologna, Ancona che permettono di scendere a Pesaro o a Fano per poter poi agevolmente raggiungere Urbino con l’autobus.
Autobus
Ci sono autobus che patrono da Pesaro e Fano si dalle 6.45 del mattino fino alle 20.05 di sera. Ciascuna partenza avviene a distanza di circa un’ora dall’altra, mentre nei giorni festivi la frequenza diminuisce.
Aereo
Voli per gli aeroporti di Falconara (Ancona), Bologna e Rimini, poi si procede in treno (Pesaro o Fano) o in auto.
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Difficoltà | Bassa |
Lunghezza | 162 km |
Durata | 3h 58 min in automobile |
Punto di partenza | San Leo |
Punto di arrivo | Mondavio |